Banca Condannata a restituire 28.000,00 Euro a ennesima impresa Forlivese

Sentenza del 10 Gennaio 2022

Se hai dei conti correnti Affidati sotto forma di Fido Ordinario o Anticipo è bene che ti concentri un attimo e vedi se può tornarti utile quello che ha deciso il giudice Romagnolo. 

Il fermento giurisprudenziale Romagnolo degli ultimi due mesi la dice lunga sull’opportunità che le aziende hanno oggi di vedersi riconosciuto un credito dalla propria banca. 

(qui articolo su sentenza di dicembre -> Clicca Qui)

Ripeto spesso che potrebbe risultare Anacronistico nel 2022 parlare di Anatocismo, Interessi Ultralegali, Tassi da Usura nei conti correnti ma a quanto pare risulta invece di essere tuttora di Attualità.

Vero, con qualche limitazione “temporale” rispetto a qualche anno fa, ma ancora utile strumento per togliersi qualche bella soddisfazione.

Vuoi per recuperare un po’ di liquidità, vuoi per difenderti da aggressioni da parte della banca. (Decreti ingiuntivi, Precetti, pignoramenti..)

Per l’impresa mia cliente poche novità. É ben la Terza volta che mette la palla in rete.

Si, é la terza banca che mi viene sottoposta al vaglio Insider degli indebiti bancari ed é la Terza volta che porta a casa un risultato.

Cumulato, per la piccola impresa Romagnola, parliamo di oltre 400.000,00 euro di recupero

n.d.r. Diciamo che incontrare Stefano Cesare non ha poi portato così tanto male ;-)!

Il Fatto:

Il Giudice del Tribunale di Forlí ha accolto completamente le ragioni di credito avanzate dall’impresa difesa dal nostro Avv. Andrea Florindi, fatta eccezione per il periodo temporale considerato ai fini dei ricalcoli.

Parliamo di Conti Correnti Affidati, Conto corrente Ordinario e Conto Anticipo Salvo Buon Fine.

Tutto è partito nel 2017, quando dopo una chiacchierata circa la transazione fatta con la seconda banca per un recupero di circa 300 mila euro, abbiamo deciso di procedere anche con questa banca. 

Fatta la necessaria prima Diagnosi Giurimetrica si è arrivati alla misurazione di una somma di Denaro che la banca in questione (di cui non possiamo fare menzione, anche qui, per espresso ordine del giudice in Sentenza) doveva restituire all’impresa una somma di oltre 100.000,00 Euro a titoli di interessi su interessi (c.d. Anatocismo), Commissioni di Massimo Scoperto non dovute e Tassi Ultralegali derivanti da una contrattualistica in cui la Banca è mancata in termini di trasparenza.

Presa coscienza di questa mole di denaro che questa ulteriore Banca in questione doveva restituirle, l’Azienda Forlivese assistita dallo Staff di InsiderBancario® e SosUtenti, fa redigere una Perizia Giurimetrica a firma del mio maestro Dott. Gennaro Baccile e tenta subito la via bonaria e conciliativa come prevede la legge (mediazione obbligatoria) per trovare un accordo.

Risultati vani i tentativi profusi dall’avv. Florindi per una transazione bonaria, siamo stati costretti a citare in giudizio la Banca.

A distanza di qualche anno, fatto il giudice tutte le sue verifiche del caso con l’ausilio di un Consulente tecnico di sua fiducia, viene determinata una somma di indebiti di ben oltre 100.000,00 Euro!!

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Leggendo bene la sentenza che trovi al link riportato in fondo a questo articolo, il giudice ha confermato:

  1. La presenza di contratti di conto corrente senza una regolare comunicazione al cliente di quello che sarebbe stato il tasso di interesse [TAE] che avrebbe pagato alla banca nel corso del rapporto. Nel caso di specie il cliente aveva firmato negli anni ‘70 un contratto in cui all’art.7 si rimanda in tema di saggio di interesse al vago e indeterminato “Usi della Piazza”. Clausola questa dichiarata Nulla sia dalla Legge sulla trasparenza bancaria che dal D.L.Ivo 385 del 1993 c.d TUB. Pertanto il rapporto va ricalcolato al tasso Legale fino al 1993 e dal ‘93 ad oggi Al Tasso Art. 117 TUB (valore Minimo di BOT).
  2. La presenza di Interessi Anatocistici dall’apertura del rapporto di conto fino alla fine, data la presenza in contratto della clausola che prevedeva il pagamento degli interessi passivi ogni tre mesi e di quelli attivi una volta all’anno. Clausola contrattuale mai sanata nemmeno nel 2000 dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale , conferma il giudice, della nuova normativa a cui avrebbe aderito la banca circa la pari periodicità di addebito e accredito degli interessi. Conseguenza è il ricalcolo di tutto il conto corrente Senza Alcuna capitalizzazione ( nessun interesse sull’interesse)

N.B. Perché la prassi dell’Anatocismo sia regolare dopo l’anno 2000 la Banca deve dimostrare di aver fatto firmare al cliente un contratto in cui riconosca la pari periodicità di addebito degli interessi passivi e di accredito degli interessi Attivi.

  1. Commissioni di massimo scoperto nulla Non definite correttamente a contratto né nel valore né nella concreta modalità applicativa.

“Cos’è la CMS? “

È un balzello in più di costo del denaro oltre agli interessi corrispettivi nei fidi di conto corrente che veniva fatto pagare sulla punta massima di esposizione entro il Fido nell’Arco del trimestre di riferimento. Se poi si andava fuori fido questa aliquota saliva ulteriormente aggravando pesantemente il costo del Denaro.

Pertanto AZZERAMENTO di Tutte le CMS pagate!

Scrive il Giudice:

…“Tale prassi è emersa anche nel caso in commento, ove il c.t.u. ha riscontrato che le relative clausole negoziali non disciplinavano le modalità di funzionamento.

Il risultato è stato quello di aumentare il costo del finanziamento per il cliente che ha fruito dell’affidamento – sia pattuito per iscritto che di fatto, v. infra -, poiché, oltre a dover corrispondere l’interesse debitore, ha versato anche un compenso ulteriore costituito dalla commissione bancaria.”…

  1. Banca chiamata a depositare, su ordine del giudice, tutti i documenti ex 210 cpc dall’inizio 1974 alla fine del rapporto. Lei non ha depositato completamente quanto chiesto dal giudice, ma solo gli ultimi 10 anni (Vedi paragrafo 2 della sentenza). Condotta della Banca che al giudice non è piaciuta affatto tanto da considerare questa inadempienza processuale (scarsa collaborazione) un carico sulla banca ai fini delle spese di giustizia.

Passaggio importante del giudice nei punti 2.5 e 2.6 della Sentenza:

…“2.5 In secondo luogo, non va confuso l’onere di conservazione della documentazione contabile con l’onere della prova del credito.

Il fatto che l’istituto non sia tenuto a conservare le scritture contabili oltre i dieci anni dalla loro ultima registrazione non esonera la parte che vi è tenuta dall’onere di provare il proprio credito (cfr. Cass., n. 23974/2010; Cass., n. 19696/14; Cass., n. 7972/16; Cass., 13258/17; Cass., n. 9365/18; Cass., n. 23313/18; Cass., n. 11543/19).

2.6 Infatti, l’istituto bancario è obbligato alla conservazione di tutta la documentazione bancaria, anche oltre il limite del decennio, dettato con riguardo all’obbligo di conservazione delle scritture contabili, poiché l’obbligo di conservazione discende dall’obbligo della forma scritta in tale materia prevista dal t.u.b. e sanzionata a pena di nullità dei relativi contratti.”…

[N.B. non limitiamoci quindi quando chiediamo i documenti alla banca ai soli ultimi dieci anni, la banca li deve averli e darceli dall’inizio!!! Quale mandataria alla tenuta delle nostre scritture contabili, non può, senza specifica autorizzazione buttare al macero i documenti]

  1. Spese Legali al 100% a carico della banca e liquidate a favore dell’Avv. Florindi così come tutte le spese di CTU (Consulente Tecnico d’Ufficio)
  2. Unico Neo è la Prescrizione decennale che ha tagliato circa 100.000,00 euro di Indebiti che il CTU aveva ricalcolato in favore dell’Impresa.

Chiaramente il risultato ottenuto dalla squadra con il mio coordinamento informativo, la difesa legale dell’ Avv. Florindi e Tecnico processuale di parte  Dott. Gennaro Baccile, è certamente degno di nota in un recente periodo dove anche la suprema corte di legittimità, perdendo il lume della legge, della Matematica e dell’ordinario buon senso, ha teso una lunga mano d’aiuto al sistema bancario con Sentenze prodomo banche nonostante per decenni, è un dato certo, queste abbiano lucrato cifre da capogiro sulle spalle dell’economia reale e produttiva.

Questa Sentenza, insieme a quella di dicembre, fa dunque ben sperare le famiglie produttrici dell’Emilia Romagna e del resto d’Italia che sono costrette a difendersi o volessero attaccare la Banca per riprendere quei soldi pagati in più rispetto al dovuto.

Proprio come in questo successo del Tribunale di Forlì.

Certo che per l’azienda Forlivese, sapere di aver dovuto attraversare periodi di Crisi con l’ammanco nelle casse aziendali di oltre 100.000 euro lascia intendere che questi aveva le spalle larghe per portare avanti l’attività.

Dico CENTOMILAEURO perchè se non fosse stato per la prescrizione, questo è quanto Il Perito del Giudice aveva calcolato quale somma indebitamente percepita dalla Banca.

Cosa dire delle migliaia di Aziende che invece nel corso di questo ultimo decennio non ce l’hanno fatta?

Quale sarebbe stata la sorte di queste se avessero avuto l’opportunità di avere indietro quelle somme pagate indebitamente alle banche?

Con questo interrogativo, l’invito che faccio a Te, alla Tua Azienda e suoi eventuali garanti è di verificare i rapporti bancari, Conti correnti, Mutui, Finanziamenti, Leasing e determinare quanto vi spetterebbe per legge!

Che ti voglia togliere il sassolino dalla scarpa come in questo caso o a maggior ragione ti debba difendere da richieste di rientro, decreti ingiuntivi, precetti, pignoramenti o voglia cercare di bloccare un’attività esecutiva questa è la Via.

Magari trovando un accordo anche prima della Sentenza.

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